Il 14 maggio 2022 ho avuto il piacere e l’onore di partecipare alle celebrazioni in ricordo delle vittime dei genocidi dell’impero ottomano a Berlino su invito della comunità greca tedesca. Tra il 1914 ed il 1922 furono uccisi centinaia di migliaia di greci del Ponto e altrettanti furono deportati. Se si sia trattato o meno di genocidio resta un tema aperto. I paesi che hanno riconosciuto l’eccidio dei greci del Ponto sono ancora pochi in Europa: oltre a Grecia e Cipro, solo Paesi Bassi, Austria e Svezia hanno ufficialmente riconosciuto il fatto. Di seguito il mio saluto in tedesco ed italiano:
ITALIANO
Gentili signore e signori
Gentile professoressa dottoressa Tessa Hoffmann,
Caro Console Andreas Spyropoulous,
Gentile signor Panagiotis Matlis,
cara Parthena,
Kalispera e grazie per questo invito. È un piacere e un onore per me poter partecipare a questo evento insieme alla comunità greca in Germania.
Vengo da un piccolo paese della Toscana, Sant’Anna di Stazzema, dove è stato commesso uno dei più orribili massacri da parte dei nazisti e dei fascisti durante la Seconda guerra mondiale. Un’intera comunità è stata cancellata dalla storia. Questa storia fa parte della mia biografia. Oggi questa storia è memoria collettiva. Sant’Anna di Stazzema è oggi un luogo dove l’Italia repubblicana e antifascista si riunisce ogni anno per dire: Mai più!
Il percorso che ha portato a questo risultato non è stato facile. È grazie all’impegno dei sopravvissuti e delle generazioni successive che questo evento non è stato dimenticato e fa ormai parte della nostra storia comune.
Perché ho raccontato questa storia? In modo che questo sia un incoraggiamento per tutti voi a continuare il vostro lavoro.
È grazie al vostro impegno e alla vostra determinazione che questa storia rimane viva e sono grato di essere qui oggi per portare questo breve saluto e per dire quanto la cultura della memoria sia fondamentale per vivere nel presente e costruire un futuro migliore. Un futuro basato sul rispetto della dignità umana e sulla solidarietà tra i popoli.
Vorrei ringraziare in particolare Parthena, che con pazienza e passione mi ha parlato del vostro lavoro. È così che costruiamo ponti tra le generazioni, in modo che la storia e la memoria rimangano collegate. È così che creiamo legami che trascendono le appartenenze, in modo che ciò che appartiene a uno diventi patrimonio di tutti. È così che si costruisce un’Europa, una società e, si spera, un mondo migliore.
Grazie mille!
TEDESCO